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La Gran Piramide di Cheope: L'Enigma Silenzioso che Sfida gli Storici
Segreti nascosti e misteri irrisolti: cosa si cela dietro le mura della Grande Piramide di Cheope?
Segreti nascosti e misteri irrisolti: cosa si cela dietro le mura della Grande Piramide di Cheope? La Gran Piramide di Cheope, uno dei monumenti più iconici e antichi del mondo, continua a suscitare domande che né gli storici né gli archeologi hanno ancora risposto completamente. Con i suoi quasi cinquemila anni di storia, la piramide è considerata una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico e…
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“È tempo che il mondo si svegli, cresca,metta fine all'ignoranza e alle convinzioni che non hanno nulla a che fare con Dio o con le origini dell'umanità. Non abbiamo più il lusso di rimanere nell'ignoranza e di agire al di fuori della Legge Universale. Ciò che viene fatto in nome di Dio e del paese è un abominio. Ci hanno mentito e la mente ha controllato la nostra intera esistenza e deve finire!
La Terra è stata visitata e colonizzata molte, molte volte da centinaia di milioni di anni. Gli Annunaki, quelli che vennero dal Cielo sulla Terra, furono uno di questi colonizzatori. Alcune di queste razze operavano secondo la Legge Universale e servivano gli altri, altre erano egoiste e si avvantaggiavano della razza umana.
Sono arrivati su navi fisiche e navi che erano solo pura energia.
Avevano armi che la mente umana non può nemmeno comprendere! La Terra è stata avviata e riavviata molte volte a causa delle guerre in corso. Città sommerse e piramidi sottomarine sono la testimonianza di queste guerre.
I governi e le religioni sanno tutto di questo, sanno tutto del nostro antico passato solo per tenerlo nascosto, per mantenere la razza umana ignorante, divisa e brillantemente controllata. Non c'è l'ala destra, né l'ala sinistra che è tutta una distrazione molto distruttiva. Esiste un sistema di controllo globale, planetario di cui la maggior parte non ha idea. So di martellare le persone fortemente religiose, ma sono totalmente ignoranti nei confronti del loro vero gestore.
Questo sistema di controllo globale non funziona, non solo controllano le religioni, il sistema monetario, il sistema finanziario, il sistema medico, ma hanno controllato le nostre menti e questo sta per cambiare. La nostra intera storia umana è stata una grande manipolazione! Il DNA della razza umana è stato unito e tagliato a cubetti molte volte nel corso di milioni di anni e solo ora stiamo diventando quell'ibrido umano interdimensionale che dovevamo essere e questo sistema di controllo globale lo teme.
Conosciamo tutti la storia di Adamo ed Eva e la storia ha valore se conosci la scienza e chi sono i veri giocatori. La Bibbia ha senso se interpretata esotericamente. Siamo tutti una coscienza, abbraccia tutti noi, è quella scintilla che si trova nella sede dell'anima vicino al cuore e quando attivati siamo inarrestabili. La soluzione per la pace nel mondo e la fine della guerra è risvegliarsi a come sono realmente accadute le cose qui sulla Terra. Dobbiamo Risvegliarci alla vera verità per comprendere la connessione tra la razza umana, i nostri antenati galattici e ciò che Dio significa veramente.
“Fino ad oggi siamo stati sotto la Legge heloim, alcune persone la chiamano Griglia Arconica draconiana. Dobbiamo chiederci perché c'è così tanta disumanità? Morte, sofferenza, dolore, sacrificio satanico di bambini, pedofilia, guerra e malattia ecc. Questi atti disumani sono pianificati e sponsorizzati da queste entità negative fuori dal mondo. È ora di svegliarsi e porre fine a questo gioco di separazione. Questa sarà la soluzione alla libertà personale e alla liberazione planetaria. La Terra è nel tempo della liberazione e queste entità oscure vengono cacciate da alcune razze molto benevoli: i Pleiadiani, Asgardiani, nordici , Arturiani. Ognuno li chiami come desidera.
Per conto mio sono nordici Asgardiani. Molte altre razze positive sono qui in buona fede per aiutare la nostra razza e il nostro pianeta a essere liberi. Queste forze positive hanno abbattuto la griglia draconiana e hanno messo in atto la griglia 5D e molti di noi ne hanno sentito gli effetti.
Questa è una guerra transdimensionale, interdimensionale ed è già stata vinta. Gli eserciti di Dio intendono le vostre guide, la guida che riceviamo dagli ET positivi, dai vostri angeli, santi ecc. Questa guida è multidimensionale e vengono qui sulle navi come descritto nei nostri testi antichi. Molti di loro sono fisici, alcuni sono pura energia e alcuni hanno corpi di luce ingranditi.
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La Popolazione Maya: Una Ricca Eredità Culturale e Storica
La popolazione Maya rappresenta una delle civiltà più antiche e culturalmente ricche del mondo. Originari dell'America centrale, i Maya hanno una storia millenaria che abbraccia millenni di sviluppo, cambiamenti politici ed espressioni artistiche uniche. Questa popolazione mantiene vive molte delle sue tradizioni, offre una straordinaria finestra sul passato e sul presente della cultura Maya. Origini e Antica Storia della popolazione Maya La civiltà Maya ha una storia che risale a oltre 3.000 anni fa, con le sue origini nella regione che oggi comprende il Messico, il Guatemala, il Belize, l'Honduras e l'El Salvador. I Maya si distinsero per le loro imponenti città-stato, come Tikal e Copán, che raggiunsero il loro apice di sviluppo tra il 250 e il 900 d.C. Queste città erano caratterizzate da grandi piramidi, complessi di templi, palazzi e piazze, e rappresentavano centri di potere politico, religioso e culturale. Una delle caratteristiche più distintive della civiltà Maya è stata la loro scrittura, che ha utilizzato geroglifici complessi incisi su pietra, ceramica e codici di corteccia di albero. Questa scrittura, nota come geroglifici Maya, ha permesso ai Maya di registrare la loro storia, la religione, la scienza e gli avvenimenti quotidiani. Tuttavia, gran parte dei documenti scritti è stata distrutta durante l'epoca della conquista spagnola, rendendo difficile la decifrazione completa di questa antica scrittura. Religione e Calendario La religione giocava un ruolo centrale nella vita dei Maya. Erano politeisti e veneravano una vasta gamma di divinità legate a elementi naturali, eventi astronomici e aspetti della vita quotidiana. Tra le divinità più importanti c'erano Itzamná, il dio della scrittura e della saggezza, e Kukulkan (chiamato Quetzalcoatl in altre culture), il serpente piumato associato alla pioggia e alla fertilità. I Maya erano anche noti per il loro avanzato sistema di calendari. Il calendario Haab aveva un ciclo di 365 giorni, mentre il calendario Tzolk'in aveva un ciclo di 260 giorni. Questi due calendari interagivano tra loro per creare un ciclo di 18.980 giorni, noto come la "Rivoluzione Sacra," che era cruciale per l'organizzazione del tempo e delle festività religiose. Declino e Persistenza Nonostante la loro grandezza e la complessità della loro civiltà, i Maya attraversarono un periodo di declino intorno al 900 d.C. Le cause esatte di questo declino sono ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi, ma fattori come la deforestazione e la pressione demografica potrebbero aver contribuito. Molte delle grandi città-stato furono abbandonate e cadute in rovina. Tuttavia, è importante sottolineare che la cultura Maya non scomparve completamente. Molte comunità Maya sopravvissero alla caduta delle città-stato e continuarono a vivere nelle regioni dell'America centrale, preservando le loro lingue, tradizioni e conoscenze ancestrali. Oggi, ci sono oltre sei milioni di Maya viventi in Messico, Guatemala, Belize, Honduras ed El Salvador. La Cultura Maya Contemporanea La cultura Maya continua a essere una parte vitale della società contemporanea. Le lingue Maya sono ancora parlate e insegnate nelle scuole, e molte delle tradizioni religiose e culturali sono state tramandate di generazione in generazione. L'artigianato Maya, come la tessitura, la ceramica e la lavorazione del legno, è rinomato per la sua bellezza e autenticità. In conclusione, la popolazione Maya rappresenta una ricca e complessa eredità culturale e storica che ha attraversato millenni di evoluzione e cambiamento. La loro storia, religione, calendario e tradizioni artistiche continuano a ispirare il mondo e a celebrare la ricchezza della cultura Maya. La sopravvivenza di questa antica civiltà è un testimone del potere della cultura e della resilienza umana attraverso i secoli. Foto di Walkerssk da Pixabay Read the full article
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Ecco magari 5 anni fa lo avevo già scritto in un altro reblog, ma alla base non c'è il problema che disattendi le aspettative dell'elettorato. Pure i leghisti stanno aspettando che gli tolgano le accise.
Il problema è che gli eleggibili sono "imposti" da chi ha i soldi perchè la gente ignorante e stupida è facile da fottere con la propaganda e la propaganda costa.
E dopo decenni di propaganda unilaterale è difficile trovare risorse per fare educazione e anche la scienza e tecnologia hanno aumentato a dismisura la leva che ha la gente coi soldi per fare propaganda.
Tornando alle piramidi e i pietroni e alla strada che abbiamo fatto da allora è questo uno dei crucci che mi spinge a essere cauto a fare il tacchino induttivista.
Da una parte per esempio abbiamo la Francia, che pur avendo votato di merda, ma giusto un pelo meglio di noi, visto che ha rischiato comunque più di una volta di avere i Le Pen a capo del governo e comunque adesso appunto ha Macron oggi per qualche cosa di concreto, "facile da capire" è in piazza incazzata. E bisognerà vedere come andrà a finire... un po' per tutta l'Europa...
Dall'altra abbiamo però tutto il cosiddetto "mondo occidentale", che se non fosse per le innovazioni tecnologiche, sono decenni che arretra in tutti gli altri campi, incluso per altro pure quello tecnologico, proprio perchè la propaganda di decenni ha avuto MOLTO successo e la gente non è più capace di badare ai suoi interessi perchè manco li riconosce più i suoi interessi, essendosi per esempio dimenticata la solidarietà.
Qui ci si aspetta sempre che ad un certo punto arriverà il fondo del barile (il tanto peggio, tanto meglio), ma per esempio, proprio di recente il GDP dei BRICS ha superrato quello del G7 e a questo punto diventa sempre più probabile anzichè il rimbalzo dal fondo uno shock esterno.
E anche qui ce la giocheremo sull'ignoranza, attribuendo i nostri mali ai paesi in via di sviluppo e non a decenni di immobilità sociale che si traduce anche in mancanza di competitività. Perchè i nostri padroni continueranno a campare meglio come nostri padroni in un impero che si sbriciola, incuranti dei costi per tutti gli altri, piuttosto che finire in pasto alla ghigliottina e la macchina della propaganda fino ad adesso sembra che funzioni benissimo.
… “È la fase dell’impolitica, l’ha definita l’ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky sulla Stampa, «la fase suprema dell’antipolitica, quando non si crede più neppure al populismo»: «L’antipolitica è un’energia che può essere mobilitata “contro”: i partiti, i politici di professione, la democrazia parlamentare, è un atteggiamento in un certo senso attivo. L’impolitica è l’esatto contrario: è un atteggiamento passivo, di ritrazione, di stanchezza. Un modo di dire: lasciatemi in pace». Un intellettuale lontano da Zagrebelsky come Ernesto Galli della Loggia è arrivato alle stesse conclusioni: «Certo, dietro l’astensione ci sarà in molti casi il torpore, l’eco tuttora viva di un antico qualunquismo. Ma sempre più spesso sembra di percepire in essa un sentimento ben diverso: qualcosa che assomiglia a una rassegnata disperazione. O forse meglio una disperata rassegnazione. La rassegnazione al vuoto politico». …. Perché la storia (non) siamo (più) noi, non passa più dalla sinistra. Ma che non finisce la voglia di identificarsi con le sue bandiere: «Sono rimasto “di sinistra” perché mi risulta tuttora impossibile credere che l’umanità non rassomigli alle sue parole migliori, non si adegui alla loro esemplare eloquenza, alla loro disciplina e al loro stile, che tutti gli esseri umani non diventino “libertà, fraternità, uguaglianza” al semplice suono di quelle tre parole».
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Il campo Quantum è aperto
Con la demolizione delle Georgia Guide Stones, la rete della matrice delle basse frequenze è notevolmente indebolita.
Immagina come queste pietre, con intento malvagio scritto su di esse, abbiano manipolato le frequenze divine dell'alto campo del vortice magnetico in Georgia.
Come altri campi di vortici di forza, i chakra del campo magnetico del mondo, collegati dalle linee di potere che coprono il nostro bellissimo pianeta come vene, ci hanno fornito un'alta energia divina per alimentarci e connetterci con la Luce.
In epoca lemuriana, templi e piramidi di guarigione sacra erano collocati su questo esatto campo di vortice per collegare il campo collettivo unificato e il campo umano individuale con queste centrali elettriche per amplificare ed elevare il campo e il potenziale creativo e curativo dell'uomo.
La geometria sacra, la scienza, l'astrologia e i rituali altamente divini allineati e ricevuti dalla Luce provenivano direttamente dalla Sorgente, Dio.
Allo stesso tempo; aspettatevi una contropressione in risposta dall'altro lato, ma ricordate il potere della Luce.
È immenso.
SIAMO Immensi
siamo divini
noi SIAMO DIO
L'oscurità cadrà quando la Luce comincerà a brillare più luminosa.
by Diego Carboni
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Breaking News: Letta propone di istituire una “Festa Nazionale dello Stato di Emergenza” ogni 31 gennaio.
“La festa che unirà tutti gli italiani ubbidienti, rispettosi dei Regolamenti e Credenti nella Scienza”.
Previste parate non violente, coreografie di massa e piramidi umane - tutti con mascherina; conclusione con giochi d’acqua a cura degli idranti del Reparto Blindati Oscillanti della Polizia e corona da deporre al monumento alle Vittime Vaccinate degli Untori Novax. Tutto molto sostenibile.
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Sia il cielo stellato chè l'antico Egitto hanno un qualcosa di magico che li accomuna. Il primo probabilmente perché è tanto lontano, irraggiungibile in un certo senso, può soltanto farsi ammirare dall'uomo, ma nulla di più. E così anche l'Antico Egitto, una delle civiltà più misteriose ed a tratti inquietante della storia, esempio più conosciuto sono le piramidi, strutture perfette, impensabili da costruire con le conoscenze dell'epoca, o per tanti altri fatti, tra i più curiosi vi è il fatto che le statue degli dei facessero i giudici nei tribunali. È interessante anche la loro visione della nascita del mondo, ispirandosi al loro fiume: Il Nilo che, con le sue periodiche inondazioni, faceva prima sparire le terre per farle successivamente riemergere rinnovate da una sorta di rinascita.
Ricollegandosi a questa concezione, gli antichi Egizi immaginarono che l’intera terra fosse stata prima sommersa da acque primordiali, per poi ricomparire dopo che esse si erano ritirate.
Un altro particolare interessante, la prima civiltà che ha rappresentato il cielo notturno è proprio il popolo del Nilo. Il sarcofago sul quale è dipinto risale intorno al XIV, appartenente a Senenmut, un sacerdote del Dio Amon. Il lento spostamento del sole e della luna, osservato dagli antichi Egiziani con un misto di timore e rispetto, portò al convincimento che si trattasse di esseri viventi, confermato anche dal comportamento di numerose stelle che periodicamente scomparivano dalla vista per poi ritornarvi dopo un certo tempo. Sirio per esempio, la stella più luminosa, era vista come un modo degli dei per comunicare con gli uomini. Le scuole misteriche di questo popolo ritenevano che esso fosse “un sole dietro al sole”, considerato il vero artefice della sua luminosità.
Innanzitutto bisogna dire che gli egiziani sono un vero e proprio "popolo delle stelle", una società sia per scienza (osservando il cielo riuscivano a prevedere calamità naturali), che religione, riti mortuari, vita contadina, semina e raccolto, abituata ad osservare il cielo (avevano un calendario lunare). Ovviamente molti dei loro dei erano delle personificazioni di esso, basti pensare per esempio al Dio Ra, oppure Bastet, dea della Luna, Nut Dio della notte.La tendenza all’antropomorfizzazione delle costellazioni, che presso questo popolo divenne una costante, si potrebbe spiegare appunto con la loro concezione; a tal proposito essi umanizzarono quasi tutti gli astri, considerandoli rispettivamente animali come un coccodrillo, un dragone o un toro.
Ciò che desta mistero più di tutto però è il rapporto che questa civiltà ha avuto con la costellazione di Orione, infatti essa pare essere perfettamente allineata con il complesso delle piramidi di Giza.
Per sottolineare ancor di più la grandiosità di questo popolo, la facciata delle piramidi in cui si trovava la tomba del faraone era orientata in modo che questo potesse essere sempre illuminato dalla stella polare. Inoltre anche i due sfiatatoi presenti all’interno della piramide erano posizionati verso nord e verso sud, in modo tale da puntare in direzione della costellazione di Orione e quella del Dragone.
Innanzitutto, cos'era Orione per gli egiziani? Era una parte di cielo nel quale vi era il passaggio per la "Duat", l'aldilà degli egizi. Era identificata con gli occhi di Osiride, il Dio dell'oltretomba, e vi sono alcuni scritti che recitano "vivi e sii giovane di fianco a tuo padre (riferito ad Osiride), di fianco ad Orione nel cielo". La via lattea per gli egizi era una via d'acqua da attraversare per raggiungere la costellazione. (Curiosità, la stessa idea di Orione come porta dell'aldilà era sostenuta dagli indiani e dai Maya).
Come citato prima, riprendendo la seguente tesi nota come "Teoria della correlazione di Orione" afferma che esisterebbe una perfetta corrispondenza spaziale tra le piramidi di Giza (Cheope, o grande Piramide, Chefren, Micerino e la sfinge) e la costellazione con le stelle Delta, Epsilon, e Zeta Orions, collegando così direttamente astronomia ed architettura. Così come nello stesso complesso di Giza, la Sfinge, altrettanta figura misteriosa, la sua costruzione è spesso associata ad una rappresentazione della costellazione del Leone.
E così resta da chiedersi, una totale casualità, oppure un'eccelente ed accurato studio astronomico prima della costruzione delle piramidi? Forse realmente un contatto con Osiride? Nessuno ne ha conoscenza, e rimarrà uno dei misteri che rendono magico l'Antico Egitto.
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L'astronomia nell'antica Mesopotamia e nell'antico Egitto
L’uomo si è sempre interrogato sul proprio futuro, dal momento che fa parte della sua natura di essere intelligente, desiderare di conoscere ciò che lo aspetta utilizzando anche l’astrologia. Per quanto riguarda l’astrologia dobbiamo dire che essa affonda le sue radici nella notte dei tempi . In questo articolo ci occuperemo della storia dell’astrologia nel periodo dell’antica Mesopotamia e dell’antico Egitto . Per quanto riguarda il periodo mesopotamico dobbiamo mettere in evidenza che la culla dell’astrologia fu proprio la Mesopotamia : la letteratura degli Assiro-Babilonesi riportata alla luce dagli scavi degli archeologi ha permesso di stabilire che la nascita dell’astrologia avvenne nella pianura compresa tra il Tigri e l’Eufrate . Nella biblioteca del Assurbanipal vennero ritrovati degli scritti di carattere astrologico appartenenti ad una sola grande opera astrologica che dovrebbe essere stata scritta prima del V° secolo a. C. Le Tavole ritrovate nella biblioteca di Assurbanipal contengono osservazioni sulla Luna e sul Sole , presagi per i giorni favorevoli e sfavorevoli , predizioni basate sui venti e sulle condizioni metereologiche e osservazioni riguardanti i Pianeti Marte , Venere Giove e Saturno . I Babilonesi consideravano le stelle e i Pianeti, dimore celesti degli Dei , proprio come i templi ne erano la dimora terrestre . Le predizioni degli astrologi Babilonesi avevano per oggetto le vicende della nazione e quelle del Re , mentre non si è trovata nessuna traccia di predizioni riguardanti il destino degli uomini comuni sebbene esistano buone ragioni per credere che anche queste venissero effettuate dagli astrologi babilonesi . Le predizioni riguardavano anche le divinità locali che avevano il potere di influenzare in senso positivo o negativo le vicende della nazione: degli astrologi cercavano di conoscere lo stato d’animo delle divinità dal momento che se esse si adiravano, si sarebbero verificati avvenimenti catastrofici per la nazione e per il Re. Come presso tutti i popoli , anche Babilonia è oggetto di particolare attenzioni, la Luna , che era considerata dagli astrologi il più importante punto di riferimento per conoscere il futuro e la volontà nonché, lo stato d’animo delle divinità . Per gli astrologi babilonesi il Sole seguiva in ordine di importanza la Luna cosicché essi usavano a scopi divinatori tanto il suo moto apparente quanto le variazioni per il suo punto ortivo nel corso dell’anno . Una delle caratteristiche più importanti del pensiero astrologico babilonese era il principio della rappresentanza in forza del quale in determinate contingenze, un corpo celeste poteva per quanto riguarda la formulazione delle profezie, sostituire un altro . Non conosciamo l’epoca precisa nella quale gli astrologi babilonesi raggrupparono i pianeti individuandone sette più il Sole e la Luna . Molta attenzione dedicavano gli astrologi babilonesi all’ osservazione del pianeta Venere ,come pure rivestiva grande importanza nell’astrologia babilonese il pianeta Marte . Gli astrologi Babilonesi mettevano in rapporto con i pianeti e gli altri corpi celesti le meteore i venti e le tempeste . Inoltre essi erano interessati a prevedere anche la direzione geografica dalla quale provenivano i pericoli o gli eventi positivi . Per tale ragione nacque a Babilonia la geografia astrologica alla quale fa riferimento anche la Bibbia . Già nel periodo paleobabilonese il mondo terrestre era diviso in 4 zone corrispondenti alle 4 regioni celesti. L’astrologia Babilonese è comprensibile unicamente, se si tiene presente che essa era un’emanazione della religione astrale di questo popolo mesopotamico . L’antichissima triade divina della religione babilonese ( Anu Dio del Cielo , Enlil Dio della Terra e Ea Dio degli abissi marini ) era posta in relazione con le “ strade “ che solcavano la volta celeste . Il Dio babilonese della Luna e quello del Sole erano direttamente al servizio dell’astrologia e le qualità positive e negative del Sole e della Luna avevano grande importanza nelle previsioni astrologiche dei babilonesi . Un chiaro indizio dell’importanza dei corpi celesti-divinità astrali è rilevabile nella poesia e nell’arte babilonese ,diverse divinità astrali sono riprodotte su pietre di confine che raffigurano le divinità astrali e le stelle insieme ai loro emblemi . Molto importanti per dimostrare i legami tra astrologia e religione astrale babilonese sono le cosiddette “ preghiere della levata di mano” alcune delle quali sono rivolte a divinità astrali ,altre espressamente ai corpi celesti. Riguardo le fonti dell’astrologia babilonese sappiamo con certezza che gli antichi astrologi , creatori del pensiero astrologico di questo popolo mesopotamico sono per noi ignoti, mentre conosciamo i nomi di alcuni astrologi tardo-babilonesi e tutta una serie di cronisti astrologici della corte babilonese . Come affermano i testi in nostro possesso gli astrologi babilonesi compivano le loro osservazioni nelle specole cioè altre piramidi a gradini che diedero indubbiamente origine al racconto biblico della Torre di Babele . In ogni caso gli autori delle fonti astrologiche babilonesi erano uomini appartenenti all’alta casta sacerdotale ed erano indicati quasi sempre col titolo di “ scrittori di Tavole” . Le scritte in carattere cuniformi in nostro possesso c’è li presentano come uomini con i loro pregi e i propri difetti : uomini che sperano e desiderano, temono e pregano se si contraddicono e sono in conflitto tra loro . Spesso essi sono descritti nelle tavolette come uomini ansiosi di sfuggire alla vendetta del loro Re avendo emesso delle profezie che avevano scatenato l’ira del sovrano . A volte essi alfine di evitare l’ira del Re davano interpretazioni di comodo dei segni dai quali dipendevano le loro predizioni , oppure si rifugiavano in una esegesi poco comprensibile dei testi astrologici redatti dai primi astrologi babilonesi . Per concludere il discorso sull’astrologia babilonese vogliamo mettere in evidenza che tutta la loro conoscenza astrologica era imbevuta di forte religiosità tanto che astrologia e religione erano intimamente ed indissolubilmente legate presso quel popolo . Possiamo anche dire che gli astrologi babilonesi hanno preparato il terreno alla scienza più nobile di tutti i tempi ovvero l’astronomia . Anche se l’astrologia nacque nella Mesopotamia venne perfezionata dagli Egiziani e dai Greci . I fenomeni celesti erano considerati dai popoli della Mesopotamia un linguaggio simbolico che gli dei utilizzavano per comunicare agli uomini la loro volontà e la conoscenza degli eventi futuri . Il cielo era considerato nella sua disposizione ordinata una vera e propria scrittura celeste .Tuttavia la lettura di questa scrittura celeste non raggiunse la sua perfezione a Babilonia ma nell’antico Egitto e nel periodo greco-romano. Gli studi effettuati dagli astrologi egiziani furono di grandissima importanza tanto che l’astrologia che viene oggi studiata e praticata dagli astrologi è in gran parte derivata dalle conoscenze degli astrologi egiziani . Gli egizi avevano diviso il corpo umano in 12 zone e attribuivano a ciascuna di esse un segno astrologico governatore . Per fare un esempio la testa veniva posta sotto l’influsso dell’Ariete il collo sotto quello del Toro e le spalle sotto quello dei Gemelli. Gli egizi determinarono anche i punti angolari più importanti dell’ oroscopo e impararono a utilizzarli per effettuare predizioni di ogni tipo . Gli astrologi egiziani godevano di grande prestigio presso il Faraone che li consultava molto spesso . Il pensiero astrologico egiziano attribuiva ai vari corpi celesti determinate caratteristiche ed influenze sulle vicende degli uomini per esempio Mercurio veniva considerato focoso e asciutto e possedeva tutte le virtù derivanti dalla sua funzione di tramite degli influssi degli altri astri, mentre Venere governava l’amore la volontà e il godimento sessuale. A sua volta Marte classificato come astro dalla natura collerica veniva associato agli eventi bellici e ai conflitti e alle liti tra gli individui nonché ai tradimenti e all’ingratitudine. A sua volta Giove governava la nascita dei figli e i rapporti all’interno della famiglia mentre Saturno presiedeva alla saggezza e a tutti quegli eventi e comportamenti che erano legati all’età senile . Gli astrologi egiziani determinarono anche l’attribuzione dei domini , cioè i segni nei quali gli astri hanno la loro dimora ed elaboravano previsioni anche di tipo politico che riguardavano le vicende del popolo egiziano e di altri popoli con i quali gli egiziani intrattenevano rapporti. Dal momento che la sopravvivenza dell’Egitto dipendeva dalle piene del fiume Nilo molte previsioni degli astrologi egiziani avevano per oggetto il comportamento di tale fiume . Essi stabilirono che le piene del Nilo coincidevano con determinati fenomeni celesti. Molto importante nell’astrologia egiziana erano anche le previsioni riguardanti la vita e il comportamento del Faraone e dei suoi ministri più importanti come pure rivestivano importanza anche le previsioni stagionali di ogni tipo. Riteniamo di aver concluso il nostro discorso riguardante l’astrologia babilonese e quella egiziana . Prof. Giovanni Pellegrino Prof. Ermelinda Calabri Read the full article
#anticoEgitto#archeoastronomia#Assurbanipal#astrologi#astrologia#astrologiababilonese#Astronomia#babilonia#corpicelesti#egiziani#esoterismo#Eufrate#magia#Mesopotamia#tavoleastrologiche#Tigri
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Patrimonio Mondiale
Cosa vuol dire essere Patrimonio Mondiale dell’Umanità?
La Grande Muraglia cinese; le Piramidi egiziane; Mont-Saint-Michel, Notre-Dame e Versailles in Francia, Petra in Giordania, la Grande Barriera Corallina in Australia, Machu Picchu in Perù, Westminster e Canterbury in Inghilterra, Yellowstone, Grand Canyon e Yosemite in America, le Cascate Vittoria in Zimbabwe, l’Acropoli di Atene in Grecia... e poi ancora Pompei, Venezia, Roma, l’Ultima Cena di Leonardo, Assisi, le Cinque Terre, le Dolomiti e molto altro ancora.
Cosa unisce questi luoghi conosciuti in tutto il Mondo? Che per L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura) sono tutti siti che presentano un eccezionale valore universale... quindi degni di tutela. Ad oggi, per l’UNESCO in tutto il Mondo ci sono 1.121 di questi siti in 167 paesi differenti.
La scelta dell’UNESCO si basa su due criteri:
1. I paesaggi culturali dei vigneti piemontesi forniscono un'eccezionale testimonianza vivente delle tradizioni viticole e vitivinicole che derivano da una lunga storia e che sono state continuamente migliorate e adattate fino ai giorni nostri. Testimoniano un regno sociale, rurale e urbano estremamente completo e strutture economiche sostenibili. Includono una moltitudine di elementi armonici costruiti che testimoniano la sua storia e le sue pratiche professionali.
2. I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato costituiscono un esempio eccezionale dell'interazione dell'uomo con il suo ambiente naturale. A seguito di una lunga e lenta evoluzione della competenza vitivinicola, è stato realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni a terreni con specifici suoli e componenti climatici, che di per sé è legato alla competenza enologica, diventando così un punto di riferimento internazionale. Il paesaggio vitivinicolo esprime anche grandi qualità estetiche, trasformandolo in un archetipo di vigneti europei.
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Isaac Newton, uno dei più grandi uomini di scienza, fantasticava con teorie che riguardano le tematiche apocalittiche e alchemiche.
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Gli egizi costruivano piramidi sotto acqua?? COSA??? Forse, invece di scrivere assurdità, tentare di affermare la più ovvia banalità: ossia il livello del mare era molto molto più basso! Aprire ad eventuali diluvi e maremoti per la scienza è un tabù! Pagine morte, primitive e da dimenticare! Insomma il mondo unico possibile e migliore è questo! Questo il XXI secolo!! Tempi migliori? Per la scienza :MAI ESISTITI! No, non sono nostalgica dei tempi passati! Il passato è trascorso, oggi abbiamo problemi che quelle civiltà ci hanno cominciato a tramandare: complessità sociale, crescita demografica... sovrappopolazione! Quindi è meglio che tutti credano che le piramidi le costruirono sotto l'acqua per qualche divinità Marina! Invece di vedere l'ignoranza naturale programmata da questa civiltà millenaria. Non sono nostalgica! Sono per la diffusione di un nuovo mondo dove l'ignoranza naturale NON SIA SANATA dall'intelligenza artificiale! Questo rischio, molto concreto, porterebbe alla dissoluzione della specie. I cyborg, l'automazione e l'intelligenza artificiale sono già fra noi! #homosapiensenonlosa Lo spettacolo teatrale RACCONTI DAL 2033 vuole sensibilizzare l'opinione pubblica sull'impatto dell'intelligenza artificiale sull'ambiente e sull'uomo. Contattateci Info [email protected] Il racconto breve "L'Uomo che viene dal Futuro" é ispirato anche all'evento teatrale RACCONTI DAL 2033 ed è una analisi della società sapiens dagli inizi fino ai nostri giorni. Considerazioni e spunti in merito all'impatto di homo sapiens sull'ambiente. Testo breve, vivace e scorrevole, intriso di profonde riflessioni rese con freschezza. Presentazione e promo: https://youtu.be/g-ZxUTH2DVs Ordini per Edizioni di Pietra http://www.accademiadellapietra.org/seminari/ Per info [email protected] #accademiadellapietra #zionproject #homosapiensenonlosa. #rivoluzioneantropologica #rinascimento #libro #roccobruno #poesia #leonardo #michelangelo #frydaysforfuture #climaticchange #fridausforfuture_Italia #thereisnoplanetb #luomochevienedalfuturo #libriinmovimento #teatro #torinoeventi #milanoeventi #romaeventi #disoccupazione #debito #m5s https://www.instagram.com/p/Bz8XWZUIq9R/?igshid=z0g418tevtqn
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“Seppellita ho anch’io la mia Sfinge co’ suoi enigmi nodosi”. Tutto viene dall’Egitto. Surf tra piramidi, re e poeti
In un quadro di Jean-Léon Gérôme, ‘pompiere’ della pittura neo-classicissima, Napoleone Bonaparte è al cospetto della Sfinge. Dell’enorme mostro egizio si vede il volto, gigantesco e inflessibile; il corpo animale, leone è sotterrato. Intorno, è deserto – e azzurro. Napoleone sembra attendere un oracolo, oppure, semplicemente, rende omaggio alla divinità in pietra che ha 4mila anni più di lui, ed è intatta, cupa icona della Storia, anzi, è colei che divora, con oscena pazienza, la Storia, disossata di proclami e progressi. Dalla ‘Campagna d’Egitto’ Napoleone tornò con le pive nel sacco e qualche antichità nello zaino. Fu trovata dai suoi – ma poi sottratta dagli inglesi – la “Stele di Rosetta”, che ha dato dignità e scatto all’egittologia.
Jean-Léon Gérôme, Bonaparte davanti alla sfinge, 1867-1868
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Dall’Egitto – semplificato nel simbolo ipnotico della piramide – passa la sapienza mediterranea. “Sono straordinariamente devoti, più di tutti gli uomini”, scrive Erodoto nelle Storie. Degli Egiziani lo colpiva che fossero rasati, scrivessero per emblemi, fossero del tutto concentrati verso l’al di là – i poveracci, certo, si chinavano sulle sponde del fertile Nilo senza subire la penetrante potenza della luce africana. I Greci facevano il viaggio in Egitto per perfezionare l’estro filosofico, Alessandro Magno esplora il dio nel tempio di Ammone, Plotino esercita in Egitto, i Terapeuti praticano l’ascesi nel lago Mareotide, prossimo ad Alessandria, dove sorge la grande Biblioteca. In quel luogo che misura e divora gli dèi – e dove una città in libri fu morsa dalle fiamme – nasce la traduzione della Bibbia detta dei ‘Settanta’. “Per l’uomo non c’è possesso più grande della verità, né il dio potrebbe fare dono più sacro”, scrive Plutarco nello studio su Iside e Osiride. “La seduzione dell’Egitto attrarrà tanti Greci, e sarebbe lungo ricordare i nomi e i casi di tutti: bastano tre grandissimi, Pitagora, Erodoto e Platone. Gli obbiettivi potevano essere diversi: raccontare il paese, la gente e le usanze, oppure studiare i sensi reconditi di una sapienza che si intuiva tanto più profonda quanto più arcana” (Dario Del Corno).
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In un libro che stimola il remoto e possiede profondità oniriche, Nella terra di Iside, Dora Marchese sonda “L’Egitto nell’immaginario letterario italiano” (Carocci, 2019). Il libro è un repertorio di testi e intuizioni: io ero rimasto alla prosa sintetica di Ungaretti (“Fra tanti sensi di morte che la sua vita millenaria gli ha impastato nelle vene, l’Egiziano ha ricevuto dal deserto il senso più triste: che il desiderio del piacere sia una sete estrema, la sofferenza che non si calma se non nella pazzia. Questo senso: che la pazzia sia come un accrescimento dell’anima”) e del concittadino Filippo Tommaso Marinetti (entrambi nati ad Alessandria d’Egitto): “Da tempo mi chiamavano i suoi cieli imbottiti di placida polvere d’oro, l’immobile andare delle dune gialle, gli alti triangoli imperativi delle Piramidi…”. Qui, invece, ci sono reperti egizi in Giovanni Verga (“Padron ’Ntoni aveva fatto quel viaggio lontano, più lontano di Trieste e d’Alessandria d’Egitto, dal quale non si ritorna più”), Gabriele d’Annunzio (che fa l’egittologo con Eleonora Duse; “Delirio dei profeti/ saziàti di locuste/ e beveràti con l’acqua/ lotosa dell’otre sozzo,/ visione di dolore/ e d’orrore innanzi alla Morte,/ il mio delirio fu più forte,/ la mia visione più bella… Seppellita ho anch’io la mia Sfinge/ co’ suoi enigmi nodosi”), l’improbabile Salgari di Le figlie dei faraoni.
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C’è anche una schiera di avventuriere, nello studio della Marchese. Sarah Banne Belzoni, ad esempio, inglese, audace moglie dell’esploratore e archeologo veneziano Giovanni Battista Belzoni, specie di prototipo di Indiana Jones. “Irrequieta, curiosa, indipendente, coraggiosa, appassionata”, la Belzoni accompagnò il marito nella furibonda gita egizia, “una coppia di viaggiatori che condividono la passione per l’avventura, l’indifferenza alle comodità della vita – talvolta alloggiano all’interno di templi e di sepolture antiche” (Daniela Picchi). C’è poi la storia di Amalia Nizzoli, archeologa, scrittrice, nata a Livorno, trasferitasi tredicenne in Egitto, “Fu una delle prime viaggiatrici europee in Oriente che lasciò per iscritto la sua testimonianza. Ebbe una vita ricca di spostamenti, a volte per piacere e altre a seguito del marito, con cui divise la passione per le antichità. Durante gli anni trascorsi in Egitto, ricoprì un ruolo chiave in diverse spedizioni di scavo e raccolte, grazie al dominio della lingua araba, ma anche alla sua determinazione e capacità di negoziazione”. (Mercedes Arriaga). Denunciò, tra l’altro, lo scempio dei razziatori di tombe: “Immensa era la quantità dei frammenti di mummie che dappertutto si vedevano sparse, come crani, femori, piedi, mani ed altri, con il balsamo ancora attaccato insieme alle tele di lino in cui furono negli andati secoli tanto gelosamente e con pietosa cura involti; e questa quantità di avanzi umani dissotterrati e gettati in abbandono per quei colli con un’indifferenza e disprezzo tanto inconsiderato e da chi?, da Europei specialmente e sotto lo specioso titolo del bene della scienza, destava in me un tal sentimento di dolore e di ribrezzo che più volte mi sono trovata sul punto di sospendere gli scavi”. Le due donne vivono all’ingresso dell’Ottocento, mica l’altro ieri.
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La piramide e il deserto sembrano in lotta: la pietra soccomberà in sabbia? Quando si pensa all’Egitto il concetto che gli si lega è quello della durata (la clessidra di sabbia), del tempo. L’antichità però non è criterio prevalente: va vinta, perché l’autentica antichità è ciò che resta sempre giovane. “Senza dubbio l’Egitto scoprì l’ignoto nell’uomo come lo scoprono i contadini indiani ma la sua eternità non è un rivale di quel Siva che riprende, sul corpo schiacciato del suo ultimo nemico, la sua danza cosmica tra le costellazioni: è la Sfinge. Questa è una chimera, e le mutilazioni che ne fanno un teschio colossale aumentano ancora la sua irrealtà”, scrive André Malraux. Le mummie tentano l’impossibile che il cristianesimo ha reso sogno e singolare desiderio senza bende né balsami né sarcofaghi: conservare la carne, dare a ciò che si corrompe ampiezza d’oro. La resurrezione dei corpi – questi, traslucidi – non è altro. D’altronde, il protagonista de L’immortale, il racconto di Borges, comincia la sua ricerca (spirale deforme) da Tebe. In Egitto un popolo si scopre eletto; sul Sinai, crudo suolo egizio, parla Dio; in Egitto, ricapitolando a contrario il Testo, fugge la Sacra Famiglia. Quando il tempo finisce, rifiorisce la Sfinge, libera della sua corazza in pietra. (d.b.)
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Benche` suo padre avesse immaginato per lui un brillante avvenire nell’esercito, Herve` Joncour aveva finito per guadagnarsi da vivere con un mestiere insolito, cui non era estraneo, per singolare ironia, un tratto a tal punto amabile da tradire una vaga intonazione femminile.Per vivere, Herve` Joncour comprava e vendeva bachi da seta.Era il 1861. Flaubert stava scrivendo Salammbo, l’illuminazione elettrica era ancora un’ipotesi e Abramo Lincoln, dall’altra parte dell’Oceano, stava combattendo una guerra di cui non avrebbe mai visto la fine.Herve` Joncour aveva 32 anni.Comprava e vendeva.Bachi da seta.Per la precisione, Herve` Joncour comprava e vendeva i bachi quando il loro essere bachi consisteva nell’essere minuscole uova, di color giallo o grigio, immobili apparentemente morte. Solo sul palmo di una mano se ne potevano tenere a migliaia.“Quel che si dice avere in mano una fortuna.”Ai primi di maggio le uova si schiudevano, liberando una larva che dopo trenta giorni di forsennata alimentazione a base di foglie di gelso, provvedeva a rinchiudersi nuovamente in un bozzolo, per poi evaderne in via definitiva due settimane piu` tardi lasciando dietro di se un patrimonio che in seta faceva mille metri di filo grezzo e in denaro un bel numero di franchi francesi: ammesso che tutto cio` accadesse nel rispetto delle regole e, come nel caso di Herve` Joncour, in una qualche regione della Francia meridionale.Lavilledieu era il nome del paese in cui Herve` Joncour viveva.Helene quello di sua moglie.Non avevano figli.Per evitare i danni delle epidemie che sempre piu` spesso affliggevano gli allevamenti europei, Herve` Joncour si spingeva ad acquistare le uova di baco oltre il Mediterraneo, in Siria e in Egitto. In cio` dimorava il tratto piu` squisitamente avventuroso del suo lavoro. Ogni anno, ai primi di gennaio, partiva. Attraversava milleseicento miglia di mare e ottocento chilometri di terra.Sceglieva le uova, trattava sul prezzo, le acquistava. Poi si voltava, attraversava ottocento chilometri di terra e milleseicento miglia di mare e rientrava a Lavilledieu, di solito la prima domenica di aprile, di solito in tempo per la Messa grande.Lavorava ancora due settimane per confezionare le uova e venderle.Per il resto dell’anno, riposava.– Com’e` l’Africa? -, gli chiedevano.– Stanca.Aveva una grande casa subito fuori del paese e un piccolo laboratorio, in centro, proprio di fronte alla casa abbandonata di Jean Berbeck.Jean Berbeck aveva deciso un giorno che non avrebbe parlato mai piu`. Mantenne la promessa. La moglie e le due figlie lo abbandonarono. Lui mori`. La sua casa non la volle nessuno, cosi` adesso era una casa abbandonata.Comprando e vendendo bachi da seta, Herve` Joncour guadagnava ogni anno una cifra sufficiente per assicurare a se` e a sua moglie quelle comodita` che in provincia si e` inclini a considerare lussi. Godeva con discrezione dei suoi averi e la prospettiva, verosimile, di diventare realmente ricco lo lasciava del tutto indifferente. Era d’altronde uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla.Si sara` notato che essi osservano il loro destino nel modo in cui, i piu`, sono soliti osservare una giornata di pioggia.Se gliel’avessero chiesto, Herve` Joncour avrebbe risposto che la sua vita sarebbe continuata cosi` per sempre.All’inizio degli anni Sessanta, tuttavia, l’epidemia di pebrina che aveva reso ormai inservibili le uova degli allevamenti europei si diffuse oltre il mare, raggiungendo l’Africa e, secondo alcuni, perfino l’India. Herve` Joncour torno` dal suo abituale viaggio, nel 1861, con una scorta di uova che si rivelo`, due mesi dopo, quasi totalmente infetta. Per Lavilledieu, come per tante altre citta` che fondavano la propria ricchezza sulla produzione della seta, quell’anno sembro` rappresentare l’inizio della fine. La scienza si dimostrava incapace di comprendere le cause delle epidemie. E tutto il mondo, fin nelle sue regioni piu` lontane, sembrava prigioniero di quel sortilegio senza spiegazioni.– Quasi tutto il mondo -, disse piano Baldabiou. – Quasi -, versando due dita di acqua nel suo Pernod.Baldabiou era l’uomo che vent’anni prima era entrato in paese, aveva puntato diritto all’ufficio del sindaco, era entrato senza farsi annunciare, gli aveva appoggiato sulla scrivania una sciarpa di seta color tramonto, e gli aveva chiesto:– Sapete cos’e` questa?– Roba da donna.– Sbagliato. Roba da uomini: denaro.Il sindaco lo fece sbattere fuori. Lui costrui` una filanda, giu` al fiume, un capannone per l’allevamento di bachi, a ridosso del bosco, e una chiesetta dedicata a Sant’Agnese, all’incrocio della strada per Vivier. Assunse una trentina di lavoranti, fece arrivare dall’Italia una misteriosa macchina di legno, tutta ruote e ingranaggi, e non disse piu` nulla per sette mesi. Poi torno` dal sindaco, appoggiandogli sulla scrivania, ben ordinati, trentamila franchi in banconote di grosso taglio.– Sapete cosa sono questi?– Soldi.– Sbagliato. Sono la prova che voi siete un coglione.Poi li riprese, li infilo` nella borsa e fece per andarsene.Il sindaco lo fermo`.– Cosa diavolo dovrei fare?– Niente: e sarete il sindaco di un paese ricco.Cinque anni dopo Lavilledieu aveva sette filande ed era diventato uno dei principali centri europei di bachicoltura e filatura della seta. Non era tutto proprieta` di Baldabiou. Altri notabili e proprietari terrieri della zona l’avevano seguito in quella curiosa avventura imprenditoriale. A ciascuno, Baldabiou aveva svelato, senza problemi, i segreti del mestiere. Questo lo divertiva molto piu` che fare soldi a palate. Insegnare. E avere segreti da raccontare. Era un uomo fatto cosi`.Baldabiou era, anche, l’uomo che otto anni prima aveva cambiato la vita di Herve` Joncour. Erano i tempi in cui le prime epidemie avevano iniziato a intaccare la produzione europea di uova di baco. Senza scomporsi Baldabiou aveva studiato la situazione ed era giunto alla conclusione che il problema non andava risolto, ma aggirato. Aveva un’idea, gli mancava l’uomo giusto Si accorse di averlo trovato quando vide Herve` Joncour passare davanti al caffe` di Verdun, elegante nella sua divisa da sottotenente di fanteria e fiero nella sua andatura da militare in licenza. Aveva 24 anni, allora Baldabiou lo invito` a casa sua, gli squaderno` davanti un atlante pieno di nomi esotici e gli disse– Congratulazioni. Hai finalmente trovato un lavoro serio, ragazzo.Herve` Joncour stette a sentire tutta una storia che parlava di bachi, di uova, di Piramidi e di viaggi in nave. Poi disse– Non posso.– Perche`?– Fra due giorni mi finisce la licenza, devo tornare a Parigi.– Carriera militare?– Si`. Cosi` ha voluto mio padre.– Non e` un problema.Prese Herve` Joncour e lo porto` dal padre.– Sapete chi e` questo? -, gli chiese dopo essere entrato nel suo studio senza farsi annunciare– Mio figlio.– Guardate meglio.Il sindaco si lascio` andare contro lo schienale della sua poltrona in pelle, incominciando a sudare.– Mio figlio Herve`, che fra due giorni tornera` a Parigi, dove lo attende una brillante carriera nel nostro esercito, se Dio e Sant’Agnese vorranno.– Esatto. Solo che Dio e` occupato altrove e Sant’Agnese detesta i militari.
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SE LA MACCHINA DEL TEMPO FOSSE STATA REALIZZATA NEL FUTURO?
Uno degli argomenti più affascinanti e largamente trattato nella narrativa e nella cinematografia è senza dubbio quello del tempo e dei viaggi nel tempo.
di Pasquale Di Matteo
Sono molti i creativi che, nella storia, hanno trattato in merito ai viaggi nel tempo, soprattutto nella narrativa e nella cinematografia così come diversi pittori hanno cercato di andare nel futuro, metaforicamente parlando, abiurando tecniche e insegnamenti del passato, come, per esempio, i Futuristi.
Tanti sono i grandi narratori che hanno inventato romanzi sul tema dei viaggi del tempo: da Herbert George Wells, ad Isaac Asimov; da Michael Crichton, a Stephen King.
Ma proviamo a immaginare se un giorno qualcuno dovesse finalmente inventare una macchina in grado di viaggiare nel tempo per davvero e non soltanto nei libri e al cinema.
Certamente, l’argomento è spinoso, sebbene affascinante, poiché, se il famoso paradosso dei gemelli dimostra la fattibilità del viaggiare nel futuro, la scienza ha più di qualche perplessità in merito ai viaggi nel passato, senza considerare il problema della collocazione nello spazio.
Il Critico d’Arte Pasquale Di Matteo con l’opera di Teresa De Sio
Infatti, se anche fosse possibile andare avanti e indietro nel tempo, resterebbe tuttavia il problema di come essere collocati in un determinato luogo della Terra, in un tempo differenti dal presente, tenendo conto del fatto che il pianeta si sposta velocemente nello spazio, ruotando intorno al Sole e su se stesso.
Ma, al di là di tali considerazioni che non è detto siano tranquillamente superate dalla scienza del futuro, immaginate se qualcuno dovesse davvero inventare una macchina del tempo…
Tra il 2000 e il 2001, un tale di nome John Titor affermò di essere un viaggiatore del tempo, un soldato dell’esercito degli Stati Uniti impegnato in una fantomatica missione segreta.
Leggenda? Farsa? Verità?
Titor formulò una serie di previsioni rivelatesi fondate, come alcune scoperte poi effettivamente fatte presso il CERN, ma altre mai verificatesi, come una guerra che sarebbe dovuta incominciare nel 2015.
In molti hanno, quindi, liquidato come falsa l’intera vicenda, dimostrando di non conoscere poi tanto la materia di cui parlavano.
Secondo molti fisici, infatti, alcuni contattati anche dalla trasmissione della RAI, Voyager, viaggiare nel tempo sarebbe possibile, ma solo raggiungendo linee temporali simili alla nostra, mentre è impossibile ritornare indietro sulla stessa linea temporale.
Secondo tale teoria, esisterebbero diverse linee temporali, tipo universi paralleli, in cui gli avvenimenti possono accadere in maniera impercettibilmente diversa o completamente opposta.
Bisogna immaginare le linee temporali come miliardi di mazzi di carte gettati in terra; ogni mazzo vedrà una diversa disposizione delle carte sul pavimento, ma, tra tutti, ce ne saranno alcuni con una disposizione molto simile, quasi identica.
I Critici d’Arte , Salvo Nugnes e Pasquale Di Matteo
La Dott.ssa, Prof.ssa Raffaella Muroni e il Critico d’Arte Pasquale Di Matteo
Pasquale Di Matteo durante un intervento critico
Perciò, in linea teorica, sarebbe possibile costruire una macchina in grado di curvare il tempo per raggiungere una linea temporale molto simile alla nostra, ma, per farla funzionare, non basterebbe l’energia prodotta dal nostro intero pianeta.
Servirebbe raccogliere l’energia dell’esplosione di una Supernova o di un buco nero,cosa impossibile oggi, ma nessuno può affermare che tra trenta, cento o duemila anni, ciò non sarà possibile.
Quindi, innanzitutto, tale teoria spiega il perché alcune previsioni del presunto viaggiatore John Titor non si sono avverate, in secondo luogo, pone un interrogativo: se la macchina del tempo fosse stata realizzata nel futuro?
Anche la storia di Andrew Carlssin, il famoso viaggiatore venuto dal futuro che, nel 2003, sarebbe stato arrestato per aver improvvisamente guadagnato in borsa centinaia di milioni di dollari, con l’accusa di aver ottenuto informazioni illegali.
Fu fissata una cauzione di un milione di dollari, pagata non si sa da chi, dopodiché di Carlssin si perse ogni traccia, così come non si sa assolutamente nulla di lui, prima di quel periodo.
A distanza di anni, non restano articoli e scritti su tale vicenda, tanto che viene considerata pura fantasia di qualche burlone, ma non è da escludere che qualcuno abbia lavorato per farla apparire come una bufala.
Infatti, qualora davvero ci si imbattesse in viaggiatori provenienti dal futuro, provate a immaginare la pericolosità di una tale tecnologia: per esempio, se un convinto fan di Hitler potesse impadronirsi di una simile macchina, potrebbe tornare indietro nel tempo, e rivelare informazioni fondamentali per far vincere i Nazisti, cambiando il nostro tempo; così potrebbero fare i Paesi coinvolti nella Guerra Fredda; così potrebbero fare persino i nostalgici di Napoleone o delle pretese prussiane.
Tuttavia, al di là del fatto che simili racconti di presunti viaggiatori del tempo siano reali o sciocchezze, la macchina potrebbe essere inventata prima o poi.
E se davvero una macchina del tempo venisse realizzata, tra cinquecento anni, o tra un milione, di fatto sarebbe come se venisse realizzata oggi o mille anni fa.
Viaggiatori del tempo potrebbero interagire con la nostra linea temporale, dall’epoca delle caverne, fino ai nostri giorni, portando con sé un bagaglio culturale prezioso, con il quale primeggiare in ogni scienza.
Vladimir Luxuria intervistata da Pasquale Di Matteo
Pasquale Di Matteo davanti alla platea della Sala Protomoteca del Campidoglio
Pasquale Di Matteo in Campidoglio
Pasquale Di Matteo
Pensiamo al genio di Leonardo da Vinci, per esempio, eccellente nelle arti e autore di scoperte scientifiche che hanno anticipato di secoli illustri uomini di scienza: se si trattasse di un uomo venuto dal futuro con il bagaglio culturale del suo tempo?
Se una macchina del tempo fosse stata costruita nel futuro e Leonardo fosse stato un viaggiatore che portò con sé conoscenze non supportate da studi specifici, ma da letture appassionate? Un uomo che, per motivi personali, o per incapacità di tornare indietro, decise di restare nella nostra linea temporale?
Qualunque adulto di oggi, d’altronde, potrebbe tornare nell’antichità e progettare su carta un aeroplano, un treno, la ruota, delle armi moderne, pur non avendo studi in materia, persino costruire dei modellini di un elicottero, senza essere ingegneri.
E se davvero una macchina del tempo fosse stata costruita nel futuro, non potrebbero essere viaggiatori del tempo anche quelli che spesso vengono avvistati e riconosciuti come Ufo o Alieni?
Una macchina del tempo, inoltre, potrebbe rispondere a molti interrogativi storici che ancora oggi non trovano risposte, come la costruzione delle piramidi di Giza, sistemate con una precisione centesimale che l’Ingegneria di oggi non è ancora in grado di realizzare.
John Titor, Andrew Carlssin e i viaggi del tempo sono forse illusioni, allo stato attuale, ma nessuno può negare che una macchina del tempo sia davvero stata realizzata nel futuro.
Pasquale Di Matteo in Campidoglio
E quando dovesse accadere, il solo fatto di poter tornare indietro, ai nostri giorni, la renderebbe reale, esistente e funzionante anche nel nostro tempo.
Quindi, i viaggi nel tempo non sono soltanto frutto della fantasia di creativi, scrittori e visionari, ma possibilità concreta di trasformarsi in realtà, se solo si riesce a vedere la cosa con un punto di vista più ampio, capace di non fossilizzarsi solo su quanto sostenuto dalla scienza oggi, ma anche con la capacità di intuire cosa potrebbe scoprire tra decine, centinaia, migliaia di anni, regalando all’uomo una tecnologia in grado di unirlo anche nelle differenti dimensioni temporali.
D’altronde, sembrava pura fantasia l’aeroplano, per gli uomini primitivi, così come il computer e i robot per l’epoca medievale.
Perché non dovrebbe sembrare tale a noi la macchina del tempo?
Uno degli argomenti più affascinanti e largamente trattato nella narrativa e nella cinematografia è senza dubbio quello del tempo e dei viaggi nel tempo. SE LA MACCHINA DEL TEMPO FOSSE STATA REALIZZATA NEL FUTURO? Uno degli argomenti più affascinanti e largamente trattato nella narrativa e nella cinematografia è senza dubbio quello del tempo e dei viaggi nel tempo.
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Per i vampiri non saprei, ma per il colesterolo alto l’aglio è utilissimo
L’Allium sativum L., noto ai più come aglio, è una pianta coltivata bulbosa della famiglia delle Alliaceae, parente stretta di cipolla, scalogno e porro. L’aglio è stato usato durante la storia sia in cucina sia per scopi medici. Ha un sapore caratteristico pungente e “piccante”, che si ingentilisce e addolcisce considerevolmente se cotto. Una ‘testa’ d’aglio, la parte più comunemente usata, contiene molti denti separati. Anche le foglie e gli steli vengono a volte mangiati, soprattutto se teneri e non ancora maturi.
Utile per l’organismo ?
L’aglio è usato come alimento e come medicina da molte culture per migliaia di anni, fin dai tempi della costruzione delle piramidi egizie. Lo consideriamo efficace nella prevenzione di disturbi cardiaci, tra cui l’arteriosclerosi, del colesterolo alto, della pressione sanguigna alta e pare rinforzi il sistema immunitario. Utile contro i tumori ma la scienza non abbia ancora detto l’ultima parola in merito, gli studi sembrano promettenti e molti medici hanno già fornito prove di miglioramenti, dovuti al consumo d’aglio, nell’ambito della prevenzione del cancro e dei fattori di rischio di malattie cardiache nei pazienti. Ha proprietà antiossidanti e gli antiossidanti collaborano all’eliminazione dei radicali liberi, particelle che possono danneggiare le membrane cellulari, interagire con il materiale genetico e addirittura contribuire allo sviluppo di disturbi come malattie cardiache e tumori. La presenza di radicali liberi nel corpo è naturale, ma le tossine dell’ambiente, tra cui i raggi ultravioletti, le radiazioni, il fumo del tabacco e l’inquinamento dell’aria, possono aumentare il numero di queste particelle nocive. Gli antiossidanti possono neutralizzare i radicali liberi e ridurre o addirittura aiutare a prevenire alcuni dei danni provocati da questi ultimi con il tempo. Contatta Luca Napoli Read the full article
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Un monumento illustra, simbolizza e condensa quest’epoca di gloria e di scienza: La Piramide, piu’ precesamente “la grande piramide”l’elemente principale dell;insieme funerario costruito sulla piana di Gizadal re Cheope, verso il 2600, Quarantasei secoli dopo questpdimante di pietra pone ancora domande alle quali le vicine e contemporane Sfingi non saprebbero rispondere. Lo sviluppo del nascente Egitto ebbe inizio con il regno del re Zoser (Che gli Europei chiamano Djoser, dal suo vero nome Nekherefes)coadiuvato dal talento di un uomo do gegno, Imhotep, che sara’ divinizzato dai suoi lontani sucessori nella XXVI dinastia. Architetto, egli ebbe l’idea di costruire mastabe di pietre e di sovrapporle, dando cosi vita alla prima piramide, quella a gradini si Saqqarah.
Menfi, la capitale dalle bianche mura, e’ degna di un regno padrone del suo destino che si allarga vesro il sud in Bassa Nubia. verso l’Est nel Sinai, verso l’Ovest in Libia. Solo delle strutture sociali e un’organizzazione amministrativa esemplari hanno potuto permettere che si realizzassero le idee e i piani dei sacerdoti e dei saggi, ideatori delle piramidi di Giza, di Dahshur, di Abu Roach, di Abu Sir, di Maidum etc. La frusta e gli schiavi sono una visuale semplicistica delle cose; non si ottiene un simile sforzoda un popolo solo con questi mezzi. Sappiamo che si lavorava solo nella morte stagione, quella delle piene, e che tutto il popolo partecipava a quella che era una dimostrazione di fede. La nicessita’di quadri tecnici a tutti i livelli, numerosi e rinnovate durante i due secoli dell’”epoca delle piramidi”, dimostra ancora piu’ dei mezzi materiali messi in opera il grado di civilizzazione raggiunto durante i regni di Snofru, Cheope, Kefren e Mykerinos, che costituirono la IV dinastia. Il fermento intellettuale non poteva essere che prodigioso a livello dei grandi sacerdoti, dei visirs e del faraone stesso. C’e’ un incontro, ricordato da diversi autori, il cui valore supera il simbolo di una epoca: quello che avvenne virisimilmente durante la costruzione della Grande Piramide, tra Cheope e Abramo (Abraham il Filisteo, il pastore Philition di cui narra Erodoto). L’ultimo re della V dinastia, Unas, e i suoi sucessori (VI dinastia), (Teti, Pepi I, Meri Ra – Anti en saf, Pepi II (Nef er ka Ra), fecero incidere sui muri delle loro piramidi, costuite a Saqqarah,, degli incantesimi che avrebbero dovuto essere cantati o declamati nei vicini templi funebri dopo la loro morte, al fine di facilitare loro l’accesso al luogo loro riservato, vicino agli dei dell’aldila’. Questi testi, i primi del genere, prefigurano i numerosi “Libri dei Morti” e altri libri “Delle Porte” e “Delle Caverne”, hanno permesso di capire la religione faraonica.
Antico Regno Un monumento illustra, simbolizza e condensa quest’epoca di gloria e di scienza: La Piramide, piu’ precesamente “la grande piramide”l’elemente principale dell;insieme funerario costruito sulla piana di Gizadal re
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